I
bambini che ruzzano in fondo alla sala, papà e mamma sul palcoscenico
che provano, un paio di nonne sedute in prima fila, un orecchio ai rumori
che provengono dal fondo, l'altro alle battute, e le mani all'ago a riallacciare
i
costumi sdrucitisi durante
l'ultima recita. E’ questa l'immagine del Gruppo T alla quale sono più legato.
Un gruppo di persone accomunate dal gusto per il fatto artistico e dal desiderio
di contribuirvi in qualche modo facendovisi piacevolmente coinvolgere in
rapporto aperto e cordiale.
Con queste caratteristiche il Gruppo
è nato, e queste caratteristiche si sforza di mantenere, non essendosi
mai lasciato fuorviare da altro tipo di interessi.
Uno spiccato amore per lo spettacolo
teatrale è da vecchia data connaturale ai Castelbuonesi, ad esso
probabilmente iniziati dai Ventimiglia, signori del luogo, che già
dal 1600 lo dotarono di un teatro all'italiana, conservato nel primitivo
stato, decorazioni a parte, fino all'indomani della seconda guerra mondiale,
con antisala, sala, tre ordini di palchi e palcoscenico egregiamente attrezzato.
Ma ancor prima l'Accademia dei Curiosi,
anch'essa patrocinata dai Ventimiglia (vedi A. Mogavero Fina - 1 Ventimiglia
Teatro e Poesia alla Corte e nel Principato), organizzava rappresentazioni
teatrali, che, come è detto in Inganni d'Amore, commedia ambientata
a Castelbuono dall'autore castelbuonese Vincenzo Errante, edita a Palermo
nel 1603, erano interpretate da elementi locali e date presso le casate
più di spicco.
Nel '700 sono almeno una diecina i lavori
teatrali di autori castelbuonesi (Mogavero Fina, ibidem), e vasta risonanza
ebbe, nel 1780 la rappresentazione dell'Armida Immaginaria del M.o Domenico
Cimarosa, avvenuta nel teatro di cui sopra.
Nell'800, e fino ai primi decenni dei
'900, Castelbuono fu piazza frequentatissima di quelle gloriose compagnie
di giro a composizione quasi completamente familiare (i Marrone, i Carrara,
i Lelio, i Parravicini), che, con repertori vastissimi, vi soggiornavano
a lungo, alle volte per un mese intero, con uno spettacolo a sera al quale
gli spettatori non mancavano mai.
Formazioni locali animavano i carnevali,
allestivano in quaresima sacre rappresentazioni (chi di noi non ha sentito
parlare de 'U Martuoriu), mettevano in scena commedie e drammi che esercitavano
sulla gente un grande richiamo.
Mastro Gioacchino Bruno, bravissimo manipolatore
della carta pesta per maschere e scene, Antonio Cicero, detto ‘U Signuruzzu
per il ruolo sostenuto in parecchie edizioni de 'U Martuoriu, tanti altri,
e più recentemente Gino Carollo e Vincenzino Amato sono ancora ricordati
per questo loro hobby.
Sicuramente in questa scia, (1974), nasce
il Gruppo T.
Ne è promotore Enzo Sottile, appena
laureatosi a Brera, con alle spalle una sua esperienza con Strehler, interrotta
per la nostalgia del paese.
Fin dal primo momento l'impegno è
categorico: i mezzi sono modestissimi ma l'aspirazione deve mirare più
in alto anche rischiando l'assottigliamento del seguito.
Crescere è la parola d'ordine,
i motivi di cassetta debbono essere gli ultimi a prendersi in considerazione.
E quando nel 1980 si perverrà
alla costituzione formale si sceglierà come tipo l'associazione
culturale senza fini di lucro, anche in ciò rimanendo nella scia
della tradizione.
A vent'anni di distanza dobbiamo dire
che la costante fedeltà a questa scelta è stata premiata.
Il Gruppo è ormai apprezzato in
campo regionale come testimoniano gli inviti in svariate piazze e i riconoscimenti
guadagnati.
Con l'andare degli anni ha allargato
la sua attività: si è fatto promotore di corsi di ricerca
e pedagogia espressiva, di laboratori teatrali, di seminari di psicologia,
chiamandovi a guidarli personalità apprezzate nei vari campi; ha
istituito un gruppo che si occupa di animazione teatrale nella scuola;
in tutto ciò mettendo costantemente e disinteressatamente a disposizione
la sua attrezzatura e la competenza dei propri aderenti.
Queste attività sono così
numerose e così multiformi che non hanno potuto trovare spazio nel
presente catalogo, ma esse rappresentano una tale mole di lavoro e di impegno
che non possono essere sottaciute.
E adesso'?
Adesso ci si avvia per il terzo decennio
con immutata passione e voglia di far bene.
C'è il seguito validissimo delle
nuove leve che ci conforta.
Castelbuono nel campo ha una sua bandiera
che va tenuta alta.
E poi diciamocelo pure, quanto è
bello sommergere, sia pure per poco, il dissidio quotidiano delle proprie
cure nella diva armonia dell'arte!
Quando ci si è preso gusto, ciò,
da per se solo, paga.
G. Guzzio
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Storia
Gruppo T 1974 - 1999
La storia del gruppo «T» comincia
quasi per gioco nel 1973. Quell'anno Enzo Sottile, fresco di laurea
in scenografia presso l'accademia di Brera, ritorna nella sua Castelbuono
carico di esperienze teatrali e porta con sè bozzetti scenografici
ricchi di spunti e di fascino.
Li propone a Martino Spallino, Lorenzo
Bonomo e Maria Majorana e decidono insieme di "provarli". In quegli anni
ogni esperienza teatrale di un certo impegno a Castelbuono si presenta
ricca di difficoltà e scetticismo, ma quel "gruppo di prova" volle
tentare l'avventura.
Il primo lavoro ad essere presentato
in una collettività fino ad allora poco abituata ad un tipo di teatro
"engagè" e spesso di difficile interpretazione fu "Finale di
Partita" di Beckett, rappresentato il 13 gennaio 1974. La scelta
dell'opera fu audace,- occorreva rompere drasticamente il silenzio di una
vita teatrale ancora immatura, legata quasi esclusivamente alle esperienze
carnevalesche. Si è rischiato, forse, di restare emarginati
seguendo questa via, ma non vi è dubbio che occorreva offrire alla
collettività nuovi argomenti di riflessione.
La linea seguita dai primi rappresentanti
di questo "gruppo di prova" non fu, però, rigida. Occorreva
dare anche la sensazione di saper rappresentare un teatro più accessibile,
meno ermetico, ed allora si passò a studiare"L'eccezione e la
regola" di Brecht, la cui 'Prima" reca la data del 6 gennaio 1975.
In quella occasione, nasce il "Gruppo T" che precedentemente, durante il
1974, aveva preso diverse denominazioni. All'inizio, dopo le prime
esperienze di prova, si chiamò "Nuove forme d'arte" e poi, fino
alla fine dell'anno, "Isteride". La linea, la scelta teatrale è
sempre la stessa. Il gruppo "T", che frattanto comincia a raccogliere
sempre maggiori consensi ed adesioni, crede in un teatro impegnato che
sappia dare qualcosa a chi recita, ma anche a chi ascolta.
E’ un indirizzo difficile anche per lo
spirito amatoriale dei lavori, affidati esclusivamente alla passione per
il teatro di un gruppo di giovani senza alcuna scuola di recitazione alle
spalle.
Il Gruppo "T", che poco per volta si
è inserito nel tessuto culturale della collettività castelbuonese,
ha offerto la sua presenza anche con altre iniziative così incoraggiando
la crescita e l'impegno di molti giovani che negli anni si sono
affacciato alla vita sociale del paese.
L'impegno del "Gruppo", possiamo dirlo
con orgoglio, è stato intenso, quasi sempre rivolto al paese, alla
nostra collettività, ma spesso anche proiettato all'esterno in ambienti
più esigenti e maturi. L'esperienza àella rassegna
teatrale di Termini Imerese con la rappresentazione de "L'uomo nudo
e l'uomo in frac" e "Due dozzine di rose scarlatte", ad esempio,
ed ancora "Cappuccetto Rosso" e "Pinocchio con gli stivali",
presentati negli stabilimenti della Fiat di Termini Imerese davanti a quattromila
spettatori.
Una serie policroma di impegni, quindi,
tra i quali non vanno dimenticati 'l''Agosto teatrale" del 1978, i "Momenti
musicali" con il maestro Nicolino Carollo e l'esibizione del flautista Severino
Gazzelloni, venuto a Castelbuono su iniziativa del Gruppo
L'attenzione che Castelbuono oggi rivolge
al Gruppo "T" riempie di speranza; questi anni sono serviti per farsi conoscere
ed apprezzare, ma in questi ragazzi c'è ancora tanta voglia di affermarsi.
Dipenderà da loro, ma anche dalle
condizioni che, c'è da augurarsi, siano favorevoli.
Alla speranza il Gruppo "T" aggiunge
il solito entusiasmo, la passione per il teatro, l'amore per questa nostra
terra.
TOMMASO RAIMONDO
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