ELEGIA DI UN FRASSINO
Ai
rami legata e alle foglie
La
tua ombra assisa, o frassino !
Fa
più amara la scorza,
derisione
del sole, tenue
quando,
all'avida estate porgi la tua gota
ove
riflette il concavo del cielo.
Tu
nel cartoccio di una foglia secca
Hai
una cicala dalla vita breve,
tu
nella terra poni la tua perla
come
azalea bianca di rugiada.
Iridato
di luci sulla verde pelle e un volo
di
mantidi raccolte, come in preghiera
perché
d'erbe odori e di scirocco.
Occhio
di veglia, rude, accarezzi
la
cerea nudità dei tuoi alabastri.
Ombra
soltanto di pupille morte sei !
E
ora, tronco trasognato,
sfinita
fibra di sole,
riemergi
dal velame dell'aria.
Testimone
la luna alle tue notti
quando
alle prode dell'alba, esausto, riappari
accanto
all'ombra viva di una lama.
Frange
la sera, i gemiti del vento,
sulla
tua chioma, d'infinite voglie
ebro
è nell'aria il fiato della notte,
che
rischiara il tuo tronco.
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