DAS
RIKELE
Fuggi
da me lontana,
a
ogni contrasto,
come
cerbiatta a ogni frusciar di foglie.
Ed
impaurita,
troppo
a lungo attendi,
che
ritorni il silenzio.
Credi
d'esser padrona, tu, del tempo...
e
nel tempo, allontani il tuo ritorno,
mentr'anche
questo autunno trascolora
nell'avanzar
della stagione morta.
C'è
già freddo al mattino,
e
dalla terra,
stanca,
come il respiro di un malato,
esala
ormai la nebbia.
Tra
il baluginar di alberi spogli,
ricerco
inutilmente le tue forme,
mentre
tu,
troppo
lungamente attendi
che
il sereno ritorni.
Credi
d'esser padrona, tu, del tempo...
ma
avanza, amore, la stagione morta ...
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